04/02/25 Titolo originale: MONSTER – L’INNOCENZA
Regia:
Hirokazu Kore-eda
Interpreti: Ando Sakura,
Eita Nagayama, Soya Kurokawa, Hinata Hiiragi, Mitsuki Takahata, Akihiro Kakuta,
Shidô Nakamura
Durata: 126′ Origine: Giappone, 2023
Dopo le fughe in Francia e in Corea,
Kore-eda torna a casa, in Giappone. E si potrebbe leggere come il desiderio di
un ritorno alle origini, di riconnettersi alle radici che hanno nutrito lo spirito
più profondo del suo cinema. E per
questo ritorno, decide di affidarsi, dopo anni, a una sceneggiatura scritta da
altri, da Yuji Sakamoto, e a un’equipe completamente rinnovata. Il terreno di
esplorazione rimane lo stesso: lo spettro della solitudine e le difficoltà dei
legami, con tutte le variazioni del caso, i continui alti e bassi, lo sguardo
attento all’infanzia… Ma la scrittura di Sakamoto introduce delle complicazioni
strutturali inedite per Kore-eda, disarticolando il racconto in tre prospettive
differenti, che svelano progressivamente la storia nello svolgersi e
riavvolgersi della linea temporale. Nella prima parte, una giovane madre vedova
deve confrontarsi con i comportamenti sempre più strani del figlio Minato, che
frequenta l’ultimo anno di scuola elementare e vive un momento di grave
difficoltà. Da alcune drammatiche confidenze, la donna si convince che il
figlio sia stato vittima di abusi psicologici e di punizioni eccessive e
violente da parte di un nuovo professore.
Ma, nella seconda parte, la prospettiva del maestro Hori svela quanto
queste accuse e sospetti siano infondati. La verità è più complicata, eppure
più semplice di così. E verrà nell’ultima parte del film, in cui tutto passa
attraverso lo sguardo del piccolo Minato. L’innocenza dunque si
muove per tracce misteriose, deviazioni e aggiustamenti, insinuazioni e
negazioni, in una specie di rompicapo rashomoniano. Kore-eda riscopre la sua
straordinaria sensibilità, capace di cogliere, con minimi accenni, l’intero
spettro dei sentimenti. Mostra, ancora una volta, di sapere raccontare i
bambini come nessun’altro, di aprire gli occhi con una tenerezza naturale,
necessaria. All’improvviso, il suo sguardo si libera dei fardelli e si accorda
alle note di Ryuichi Sakamoto (a cui il film è dedicato). E ritrova tutta la
purezza e apre squarci di verità struggenti.