12 aprile 2016 WHITE GOD Sinfonia per Hagen - METTI UNA SERA AL CINEMA - CGS DON BOSCO APS VERBANIA

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12 aprile 2016 WHITE GOD Sinfonia per Hagen

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WHITE GOD

White God - Sinfonia per Hagen 


Attraverso uno stile ibrido, Kornel Mundruczó lancia un grido di allarme nei confronti della crescente intolleranza verso la diversità


Favorendo i cani di razza, la nuova legge prevede una tassa gravosa sui cani meticci. I proprietari degli animali cominciano ad abbandonare i loro bastardini e i canili diventano rapidamente sovraffollati. La tredicenne Lili combatte disperatamente per proteggere il suo cane Hagen. Il provvedimento le sembra crudele e senza senso. Non può accettare nemmeno le argomentazioni del padre ed è devastata quando lui alla fine abbandona Hagen per strada. Con il cuore spezzato, Lili detesta il padre per averle fatto tradire il suo peloso amico. Credendo ingenuamente che l'amore possa vincere ogni difficoltà, Lili si prefigge di ritrovare il suo cane e salvarlo. Anche Hagen cerca disperatamente di ritornare a casa da Lili. Sforzandosi di sopravvivere, Hagen si rende presto conto che non tutte le persone sono i migliori amici dei cani. Vagando per le strade, l'ex animale domestico cade in una serie di situazioni estremamente pericolose...


GENERE: Drammatico
ANNO: 2014
REGIA: Kornél Mundruczó
SCENEGGIATURA: Kornél Mundruczó, Viktória Petrányi, Kata Weber
ATTORI: Zsófia Psotta, Sándor Zsótér, Lili Horváth, Szabolcs Thuroczy, Lili Monori

FOTOGRAFIA: Marcell Rév
MONTAGGIO: Dávid Jancsó
MUSICHE: Asher Goldschmidt
PRODUZIONE: Proton Cinema, Pola Pandora Filmproduktions, Filmpartners
DISTRIBUZIONE: Bolero Film
PAESE: Germania, Ungheria, Svezia
DURATA: 119 Min



Giancarlo Zappoli
Nella Budapest di oggi una disposizione di legge, per favorire l’allevamento dei cani di razza, prevede che sui bastardi venga applicata una forte tassa. Per questa ragione molti padroni stanno abbandonando gli animali nei canili. Lili, 13 anni, deve andare a vivere con il padre a causa di un prolungato impegno di lavoro all’estero della madre. Porta con sé il suo cane bastardo Hagen ma il genitore non ha alcuna intenzione di averlo per casa e finirà per abbandonarlo in strada. Lili è sconvolta e si mette alla ricerca dell’animale. Nel frattempo Hagen sta cominciando a sperimentare il passaggio da una situazione protetta a un’altra in cui, insieme ad altri suoi simili, diviene oggetto di persecuzione.
Kornel Mundruczó ha scelto uno stile ibrido per lanciare il suo grido di allarme nei confronti di una situazione che vede sempre più crescere (in Ungheria in particolare e in Europa in generale) l’intolleranza verso la diversità. Decide così di affrontare un argomento di così forte impatto scegliendo la forma narrativa della fiaba, intersecandola con un particolare sottogenere di cinema e virando poi nell’horror. Perché Lili nella potente sequenza iniziale appare come la fanciulla inseguita da un’orda canina di cui resta il sospetto se sia la preda oppure una novella pifferaia di Hammelin. Per un ampio arco di tempo poi la narrazione si adagia sui canoni del cinema che vede protagonisti un giovane o una giovane e un animale, cioè sul cosiddetto cinema per ragazzi o per famiglie. A un certo punto però la vicenda prende una svolta verso l’horror con venature di splatter. Tutto questo (nonostante la presenza di un protagonista canino davvero efficace anche se inizialmente un po’ troppo uggiolante) finisce con il far perdere efficacia al complesso della narrazione. Ci si chiede cioè che tipo di film si stia vedendo e quando si crede di aver raggiunto una definizione si viene smentiti. Questo di per sé non sarebbe un difetto, quando però la regia si mostra in grado di gestire le variazioni. Mundruczó non sembra esserne sempre in grado. Nota a margine: il titolo vuole fare riferimento al fatto che i bianchi pensano che Dio debba essere bianco.







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