5 febbraio 2013 Bella addormentata
BELLA ADDORMENTATASCIALLA
Trama del film Bella addormentata:
Un senatore deve scegliere se votare per una legge che va contro la sua coscienza o non votarla, disubbidendo alla disciplina del partito, mentre sua figlia Maria, attivista del movimento per la vita, manifesta davanti alla clinica dove è ricoverata Eluana.Roberto, con il fratello, è schierato nell'opposto fronte laico. Un "nemico" di cui Maria si innamora. Altrove, una grande attrice cerca nella fede e nel miracolo la guarigione della figlia, da anni in coma irreversibile, sacrificando così il rapporto con il figlio. Infine la disperata Rossa che vuole morire, ma un giovane medico di nome Pallido si oppone con tutte le forze al suo suicidio. E contro ogni aspettativa, alla fine del film, un risveglio alla vita...
GENERE: Drammatico
REGIA: Marco Bellocchio
SCENEGGIATURA: Marco Bellocchio, Veronica Raimo, Stefano Rulli
ATTORI:
Toni Servillo, Isabelle Huppert, Alba Rohrwacher, Michele Riondino, Pier Giorgio Bellocchio, Maya Sansa, Brenno Placido, Fabrizio Falco, Gian Marco Tognazzi, Roberto Herlitzka, Gigio Morra, Federica Fracassi
FOTOGRAFIA: lt Daniele Ciprì
MONTAGGIO: Francesca Calvelli
MUSICHE: lt Carlo Crivelli
PRODUZIONE: Cattleya; in collaborazione con Rai Cinema
DISTRIBUZIONE: 01 Distribution
PAESE: Italia 2012
DURATA: 110 Min
FORMATO: Colore
Pagine di cinema allo stato puro che trasfigurano in forma simbolica le tensioni del 'caso Englaro'
Giancarlo Zappoli
Giorni di inizio febbraio 2009. Eluana Englaro, dopo 17 anni trascorsi in coma e con alimentazione artificiale, viene fatta trasportare dal padre in una struttura ospedaliera di Udine in cui operano medici disposti a interrompere il trattamento. L'avvenimento scatena in Italia la reazione di fronti opposti. C'è chi vuole impedire ad ogni costo che ciò avvenga e chi invece ritiene che sia l'attuazione di un diritto civile. Il senatore Uliano Beffardi del Popolo della Libertà viene convocato a Roma per la votazione del decreto d'urgenza in materia voluto dal governo Berlusconi per contrastare la volontà del padre della giovane donna. Se Beffardi sta maturando dei dubbi sul voto (anche in seguito a una vicenda personale), sua figlia Maria è invece determinata nel raggiungere la clinica per manifestare contro l'interruzione del trattamento. Incontrerà Roberto e suo fratello diversamente schierati sul fronte opposto. Intanto il dottor Pallido si trova dinanzi al caso di Rossa, tossicodipendente che cerca la morte, mentre la Divina Madre (un'attrice ritiratasi dalle scene per assistere una figlia in coma profondo) ha cancellato qualsiasi altro interesse dalla propria vita a partire dal marito e dal figlio. Marco Bellocchio non si è mai ritratto dinanzi alle sfide che una coscienza laica e civile sembrava quasi imporre al suo fare cinema. La maturità di artista e di uomo gli ha imposto, in questa specifica situazione, di non reagire d'impulso a una vicenda come quella del cosiddetto 'caso Englaro'. Ha così atteso due anni prima di prendere decisamente in considerazione l'ipotesi di realizzare questo film in cui la lettura degli eventi di quel febbraio è filtrata attraverso altre vicende d'invenzione ma in gran parte verosimili. È come se in Bella addormentata confluissero due delle anime del regista. Da un lato concretamente astratta e simbolica le tensioni di una vicenda. In questa doppia anima stanno la forza e la debolezza del film. La debolezza perché una storia (quella della Divina Madre interpretata da una mimetica Isabelle Huppert) risulta aderire in modo forse troppo marcato a quel teatro a cui fa riferimento. Dall'altra invece troviamo delle pagine di cinema allo stato puro nella scena della sauna o in quella del confronto tra lo psichiatra e il senatore. Tutto questo calato in una dimensione in cui l'aderenza alle posizioni degli uni e degli altri percepisce e separa, con la precisione di un bisturi, ciò che è umanamente comprensibile da ciò che si nasconde dietro la cieca barriera dell'ideologia. Perché Bellocchio sa come prendere posizione, ma sa anche come guardare più in là cercando anche nelle contraddizioni del sentire (vedi il personaggio di Maria) l'umanità più profonda che sa dire sì alla vita anche partendo da prospettive diverse, conservandosi però il diritto a un'intima ricerca propria di chi va al di là degli slogan. Come il dottor Pallido, un medico capace di vedere nel malato non un caso ma una persona. Nell'anonimato quotidiano di un ospedale come tanti.