25 ottobre 2016 THE IDOL
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THE IDOL
THE IDOL
The Idol
Un film di Hany Abu-Assad. Con Tawfeek Barhom, Ahmed Al Rokh, Hiba Attalah, Kais Attalah, Abdel Kareem Barakeh. Nadine Labaki, Ahmad Qasem, Saber Shreim Titolo originale Ya Tayr El Tayer. Biografico, durata 100 min. - Palestina, Qatar, Gran Bretagna 2015. - Adler Entertainment
Il racconto di un eroe popolare, nato nella striscia di Gaza e arrivato a vincere Arab Idol
Emanuele Sacchi
Muhammad Assaf ha il dono di una voce straordinaria e la sorella maggiore Nour lo sprona a credere in se stesso. Ma nella miseria di Gaza è difficile anche solo sognare di emergere. Quando Nour muore perché la famiglia di Assaf non dispone dei soldi necessari per le cure, Assaf piomba nella tristezza più cupa. Dodici anni dopo, la prospettiva di partecipare ad Arab Idol e vincerlo diventa una ragione di vita.
Una parabola chiaramente consolatoria quella di Muhammad Assaf, divenuto simbolo di pace e ambasciatore ONU solo grazie alle proprie doti canore, sufficienti a ridare speranza al popolo palestinese. Assaf proviene dalla striscia di Gaza, teatro di combattimenti perenni e circondata come una prigione a cielo aperto: una realtà con cui Assaf si scontra per tutta la vita, fino a dover falsificare la propria identità pur di raggiungere l'Egitto e partecipare a Arab Idol. Hany Abu-Assad abbandona i teatri di guerra che hanno caratterizzato Omar e Paradise Now per abbracciare un racconto popolare in cui il dramma palestinese resta sullo sfondo. La paranoia è sempre in agguato, come dimostra la sequenza thriller in cui Assaf attraversa il confine con l'Egitto, ma è stemperata dal romanzo di un successo inaspettato che unisce un popolo e lo porta al sorriso.
The Idol è suddiviso rigidamente in due segmenti distinti: nel primo si racconta l'infanzia di Assaf, dominata dalla figura di Nour, sorella vagamente tomboy con le idee chiare su come relazionarsi con il mondo. Dopo un ellissi di dodici anni di vita, si arriva invece ai giorni che precedono l'iscrizione di Assaf a Arab Idol. L'epilogo comporta un ennesimo cambiamento stilistico. Realtà e finzione si mescolano, in un'alternanza di immagini di cronaca del vero Assaf e di ricostruzione fittizia della competizione.
Probabilmente schiacciato dal peso emotivo che riveste la figura di Assaf per l'orgoglio identitario palestinese, Abu-Assad si lascia andare a una narrazione piuttosto convenzionale, in bilico tra The Millionaire di Danny Boyle e qualche velleità simbolica appenna accennata, ma spenta sul nascere dalle lacrime patriottiche. Notevole la caratterizzazione di Nour da parte della giovane Hiba Attallah, talento dall'interessante avvenire..