14 febbraio 2023 CLOSE
METTI UNA SERA AL CINEMA 33
CLOSE
CLOSE – regia di Lukas Dhont Genere Drammatico - durata 105 minuti
Due tredicenni, Leo e Rèmi, vivono la loro preadolescenza condividendo momenti di gioco e momenti di riflessione. Il loro ingresso nella scuola superiore fa sì che i nuovi compagni inizino a manifestare il sospetto che la loro sia non solo un'amicizia ma una relazione sentimentale. Questo finirà per creare una certa distanza che si risolverà in una situazione destinata a lasciare una traccia profonda.
Lukas
Dhont conferma la profondità della sua sensibilità e il suo talento per la
regia con uno splendido secondo lungometraggio in un turbine di emozioni
introverse.
"Cos'è
successo tra voi due?" Penetrando nei cuori puri di una grande amicizia
nel complesso passaggio tra infanzia e adolescenza, Lukas Dhont conferma
brillantemente con Close, presentato in concorso al
75°Festival di Cannes
le promesse nate dallo strepitoso successo di Girl (tra gli altri premi, Camera d'Or a Cannes nel
2018). Una doppietta effettuata grazie ad un lavoro di una limpidezza
sorprendente, a un ritmo molto vivace che traccia una traiettoria tesa e
concentrata sui corpi e soprattutto sui volti, sull'intensità degli sguardi e
sulla profondità dei sentimenti più intensi che a volte cerchiamo di contenere
per l’incapacità di esprimerli. Giocare e immaginare il mondo, attraversare
campi e boschi, percorrere piccole strade di campagna in bicicletta, lottare
per gioco come cuccioli, dormire a casa l'uno dell'altro, essere considerato un
secondo figlio dalle rispettive famiglie: a 13 anni , Léo (Eden Dambrine) e
Rémi (Gustave De Waele) sono amici inseparabili, i loro cuori battono insieme
in un amore pieno di innocenza, anche se i loro sentimenti sono ovviamente
inspiegabili eppure presenti. Ma questo freschezza, in piena fioritura estiva,
va in frantumi non appena inizia l'anno scolastico. L'istintiva e naturale
vicinanza fisica tra i due ragazzi (una testa su una spalla o, sdraiati
sull’erba, uno che funge da cuscino per l'altro) si nota subito a scuola.
Turbato da questo sguardo esterno, il delicato Léo si allontana gradualmente da
Rémi. Girato in modo molto
organico in uno stile che esplora meravigliosamente ogni minima flessione dei
tratti sottilmente espressivi di Eden Dambrine, Close è il racconto toccante di un'interiorità
lacerata nel tumulto della ricerca della propria identità, in un'età in cui il
desiderio di somigliare agli altri si rivela molto potente, al punto da
sopprimere la propria intima personalità e chiudersi volontariamente in un
circolo di va e vieni così dolorosi per chi si ama e per sé. Tutto questo,
ovviamente, fino alla frattura, perché non si possono girare le spalle
impunemente a ciò che ci fa stare bene.
È in questo dramma iniziatico che Lukas Dhont si tuffa in apnea,
offrendo ai suoi due giovani protagonisti (perfettamente supportati dagli
adulti, in particolare dalle madri, interpretate dalle straordinarie Émilie Dequenne e Léa
Drucker) tutto l'amore di un cineasta dotato di grandi doti sceniche,
che vanno dalla ferocia alla dolcezza infinita, dalla velocità all'attenta pazienza
di far emergere le minuscole increspature dell'anima, che si iscrivono nei
corpi e nei gesti quando la comunicazione verbale è bloccata. Attraversando le quattro stagioni del lavoro
familiare (visivamente spettacolare) nei campi fioriti e negli elementi della
natura (dall'abbondanza dei colori alla neve, passando per il fango, le piogge
torrenziali, ecc.), Close riesce
a fare un ottimo lavoro sul filo del rasoio cinematografico, incisivo e
riflessivo allo stesso tempo, fondendo realismo, lirismo, melodramma, con una
fluidità commovente e senza sbavature.