22 marzo 2022 UN ANNO CON SALINGER
METTI UNA SERA AL CINEMA 32
UN ANNO CON SALINGER
UN ANNO CON SALINGER
Titolo originale: My
Salinger Year
Regia: Philippe Falardeau
Interpreti: Margaret Qualley, Sigourney Weaver, Douglas Booth, Seána Kerslake, Brían F. O’Byrne, Colm Feore Distribuzione: Academy Two Durata: 101′ Origine: Canada, Irlanda 2020
Margaret Qualley affida al franco-canadese
Philippe Falardeau il suo tentativo di lancio definitivo sul grande schermo,
dopo che il pubblico del cinema si è innamorato del suo personaggio in C’era una volta a… Hollywood. E in effetti Un anno con Salinger è
in sostanza interamente poggiato sulle spalle della giovane e luminosa
interprete, voce e sguardo narrante dell’ennesima storia di rivelazione umana,
affettiva e professionale tra le strade di una New York che è innanzitutto un
castello di riferimenti e mitologie culturali e letterari.
Falardeau, sulla scorta del
romanzo autobiografico di Joanna Rakoff, tenta di donare anima, fragilità e
profondità a tutta la galleria di figure che popolano l’agenzia letteraria dove
la giovane protagonista si ritrova a fare da segretaria: non solo il temibile e
glaciale direttore Sigourney Weaver, ma i vari assistenti e fidati
collaboratori di cui è circondata, con i volti familiari e rassicuranti di Colm
Feore e Brían F. O’Byrne. Il fascino maggiore della vicenda sta però
chiaramente nel rapporto a distanza che Joanna intesse, nel corso della sua
annata di lavoro per l’agenzia, con “Jerry” Salinger e insieme con le sue
legioni di ammiratori, che nel 1995 della storia inondano quotidianamente la
casella di posta dell’unico riferimento ufficiale lasciato dallo scrittore, i
suoi rappresentanti letterari, ai quali spetta il compito di “filtrare”
pesantemente la corrispondenza.
Si tratta di materiale su cui una Nora Ephron avrebbe costruito
una struttura vertiginosa di rimpalli, ma Falardeau tratteggia ancora una volta
una Grande Mela insieme pulviscolare e spietata (le sequenze nel ristorante del
Waldorf…), di certo non inedita, e di accennare istanti sospesi e timidamente
sognanti come le conversazioni a distanza con gli immaginari fan mittenti delle
lettere a Salinger.
Nel tentativo di cogliere un’atmosfera più che una direzione vera
e propria alla parabola di Joanna, Un anno con Salinger dovrebbe
essere anche il racconto di come l’autore del Giovane Holden si fosse
interessato all’improvviso alla pubblicazione della sua novella Hapworth 16, 1924, uscita originariamente solo sul New
Yorker, da parte di una minuscola e sconosciuta casa editrice di provincia: un
caso che Rakoff segue di persona ma che il film mantiene in secondo piano, come
la figura dello scrittore divinizzato di cui non vediamo mai le reali fattezze,
udendone solo la voce per lo più al telefono.