7 novembre 2023 NOVEMBER
METTI UNA SERA AL CINEMA 34
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– I 5 GIORNI DOPO IL BATACLAN Regia di Cédric Jimenez con Jean Dujardin, Anaïs Demoustier, Sandrine Kiberlain, Jérémie Renier, Lyna Khoudri. Genere Thriller, -Francia, 2022, durata 105 minuti
Un
film che, con la struttura del thriller con alla base una spy story, non si
limita ad inanellare scene di azione e di intelligence ma pone anche più di una
questione in materia di lotta al terrorismo. 13 novembre 2015. Una data che
tutti nel mondo (non solo in Francia) ricordano per gli attentati che ebbero il
loro epicentro nella strage del Bataclan. Il film ricostruisce l'intervento dei
servizi segreti nei primi cinque giorni di indagini finalizzate alla ricerca
degli attentatori. Cédric Jimenez mette ancora una volta la sua esperienza
nella scrittura visiva di genere al servizio di un fatto storico. Si parte da
una missione ad Atene dove si cerca, senza successo, di catturare un pericoloso
terrorista integralista musulmano. Jean Dujardin è 'il francese' che la guida e
che poi ritroveremo a capo dell'unità impegnata a far fronte alla strage del
Bataclan e all'esigenza di individuare in tempi rapidi i responsabili dinanzi
ad un'opinione pubblica che si sente priva di protezione. Le psicologie dei
componenti dell'unità vengono messe in rilievo con i giusti accenti e
notazioni. Ciò che però diviene di particolare interesse e che fa in qualche
misura prendere a questo film le distanze rispetto ad analoghe ricostruzioni di
altri avvenimenti, è il rapporto con una testimone. Si tratta del personaggio
interpretato da Lyna Khoudri, una giovane donna musulmana che rivela alcuni
elementi a proposito degli attentatori che coloro che indagano faticano ad
accettare come veritieri. Se una degli agenti dell'intelligence è disposta a
darle fiducia per altri prevale il suo essere musulmana e quindi, di
conseguenza, il sospetto che si stia prestando deliberatamente ad un
depistaggio. Si tenta di coglierla in contraddizione e, una volta riusciti
nell'impresa, la si considera
inattendibile sino a trattenerla in detenzione. Ecco allora che la
ricostruzione di un fatto che ha tragicamente segnato la storia recente si allontana
dalle scene di irruzione o di organizzazione strategica già viste altrove per
porre un problema che riguarda non solo l'intelligence francese ma tutte le
agenzie demandate a cercare la verità per giungere alla cattura dei colpevoli.
Quando il pregiudizio prevale sulla razionalità anche le equipe
professionalmente più competenti rischiano di cedere finendo con il perdere di
vista i loro veri obiettivi. Divenendo così involontariamente ma anche un po'
colpevolmente complici di coloro che vorrebbero e dovrebbero combattere.