14 maggio 2024 IO CAPITANO
METTI UNA SERA AL CINEMA 34
IO CAPITANO
IO
CAPITANO Regia di Matteo Garrone con Seydou Sarr, Moustapha Fall, Issaka
Sawagodo, Hichem Yacoubi, Doodou Sagna Genere Drammatico Italia
Belgio 2023 durata 121 minuti.
Seydou
e Moussa sono cugini adolescenti nati e cresciuti a Dakar, ma con una gran
voglia di diventare star della musica in Europa. Tutti in Senegal li cautelano
contro il loro progetto, in primis la madre di Seydou, ma i due sono
determinati, e di nascosto intraprendono la loro grande impresa. Un viaggio che
si rivelerà un'odissea attraverso il deserto del Sahara costellato dei cadaveri
di quelli che non ce l'hanno fatta, le prigioni libiche e il Mediterraneo
interminabile e pericoloso. I furti, le violenze e i soprusi non si conteranno,
ma ci saranno anche gesti di umanità e gentilezza in mezzo all'inferno.
Soprattutto, Seydou dovrà scoprire che cosa comporta mettersi al timone della
propria e altrui vita in circostanze ingestibili. In un certo
senso Matteo Garrone fa cominciare il suo racconto dal suo film precedente,
perché Seydou e Moussa sono Pinocchio e Lucignolo in partenza per il Paese dei
Balocchi, circondati da gatti e volpi pronti a predare sulla loro
ingenuità. Così facendo, Garrone
toglie da subito Io capitano dalla retorica polarizzata
che caratterizza il tema dell'immigrazione, restituendogli una purezza di
racconto narrato dal punto di vista di chi non viene mai interpellato
sull'argomento. Dall'ottica di Seydou e Moussa il viaggio è un'avventura da
Capitani coraggiosi, degna di Jack London e di Robert Louis Stevenson. Ciò
nonostante Garrone, qui regista e cosceneggiatore inserisce nella trama tutti gli elementi che
faranno di questo film una cartina di tornasole degli opposti schieramenti: ad
esempio i due ragazzi non scappano dalla miseria o dalla guerra ma scelgono
autonomamente di avventurarsi oltre il Mediterraneo e gli scafisti libici
apparentemente possiedono il numero di cellulare di una ONG, e per contro il
film evidenzia il rimpallo della Guardia Costiera italiana e delle autorità
marittime maltesi circa il destino dei migranti. Io capitano è soprattutto una parabola sulla necessità di assumersi la
responsabilità delle proprie azioni, incarnata nella figura nobile di Seydou
che, invece di pensare solo alla propria sopravvivenza o al proprio tornaconto,
si fa carico degli altri, fino a portare con sé anche il loro ricordo di chi
non è arrivato alla meta.