2 novembre 2022 THE RIDER
METTI UNA SERA AL CINEMA 32
THE RIDER
The Rider - Il
sogno di un cowboy
( The Rider )
Regista: Chloé Zhao
Genere: Drammatico, Western
Anno: 2018
Paese: USA
Durata: 103 min
Data di uscita: 29 agosto 2019
Distribuzione: Wanted Cinema
The Rider - Il sogno di un cowboy è un film di genere drammatico,
western del 2018, diretto da Chloé Zhao, con Brady Jandreau e Tim Jandreau.
Uscita al cinema il 29 agosto 2019. Durata 103 minuti. Distribuito da Wanted
Cinema.
TRAMA THE RIDER - IL SOGNO DI UN COWBOY:
The Rider, il film diretto da Chloé Zhao, segue la storia di un giovane
cowboy, Brady Blackburn (Brady Jandreau), che ha
imparato tutto ciò che sa sui cavalli dai suoi genitori, Wayne (Tim
Jandreau) e l'ormai defunta Mari, e iniziando a cavalcare sin dalla tenera età. A
causa di una caduta da un destriero, Brady ha subito un intervento alla testa,
che ha richiesto l'inserimento di una placca di metallo. Tornato a casa nella
riserva indiana di Pine Ridge, deve affrontare le terribili conseguenze
dell'incidente e il trauma di non poter più gareggiare nei rodei. Questa nuova
difficoltà si va ad aggiungere a quelle già presenti in famiglia: sua sorella
minore Lilly (Lilly
Jandreau) è autistica e il padre è ossessionato dal gioco d'azzardo. Il suo unico
punto di riferimento è l'amico Lane (Lane Scott), in riabilitazione
intensiva e costretto a ricevere cure h24 dopo un incidente simile a quello di
Brady.
Ma un cowboy non può stare a lungo lontano dai suoi cavalli e Brady è determinato a ritornare in sella il prima possibile, nonostante sappia che il rodeo lo esporrebbe a grandi rischi e una seconda caduta potrebbe comportare lesioni con conseguenze gravissime. Brady si ritroverà quindi di fronte a un bivio: dedicarsi alla guarigione e alla sua famiglia o rischiare tu
Ma un cowboy non può stare a lungo lontano dai suoi cavalli e Brady è determinato a ritornare in sella il prima possibile, nonostante sappia che il rodeo lo esporrebbe a grandi rischi e una seconda caduta potrebbe comportare lesioni con conseguenze gravissime. Brady si ritroverà quindi di fronte a un bivio: dedicarsi alla guarigione e alla sua famiglia o rischiare tu
C’è un momento intimo, in
cui ogni sera il cavallo e il suo rider si ritrovano per una spazzolata che sa
di coccola, a concludere le cavalcate della giornata, appena dopo il tramonto,
quando la luce che si allunga sulle sterminate pianure è virata al blu.
Permetteteci di lasciare in
originale il termine, rider, con cui in certe parti d’America si definisce
qualcosa in più di un cavallerizzo, visto il rapporto
simbiotico che porta a sincronizzare perfino il respiro, fra un cavallo
selvaggio e chi l’ha cavalcato per la prima volta. A maggior ragione per come
si vedono le cose nella riserva
indiana del Sud Dakota in cui è ambientato il secondo film
della cinese più amata dall’indie americano: Chloé Zhao. Il giovane cowboy Brady,
asso del rodeo e idolo dei bambini locali che sognano di domare un cavallo, lo
conosciamo quando è già disarcionato,
ferito alla testa, con una placca di ferro che porta con
sé una sentenza che non vuole accettare: fine della carriera.
The Rider ci pone di fronte al momento in cui un
sogno americano si spezza. Come altre volte per uno sportivo,
magari una grande promessa del football che si gioca la carriera con un
infortunio grave al ginocchio, qui Brady
smarrisce il suo posto nella società in cui vive. Una
rielaborazione dell’immaginario western in chiave contemporanea, in cui i
valori tutti maschili di amicizia virile e affermazione della propria
mascolinità sono ancora al centro di un mondo in crisi, in cui le fragilità
sempre più intaccano un’apparenza immutabile.
Brady è come un cavallo
ferito in
una trappola, “solo che sono un uomo e devo sopravvivere, non vengo abbattuto”,
come dice alla sorella, malata della sindrome di Asperger. Proprio la sua
situazione, come quella del padre col vizio del gioco, sembrano spingerlo per
un’accettazione della sua condizione di ex atleta. Come riuscire a superare i
suoi sogni, perdere la sua identità per rimettersi in gioco, aumentando il
trauma dell’incidente, psicologico oltre che fisico? Ogni rodeo può essere l’ultimo,
come Brady sa bene. Ci vuole incoscienza a scegliersi una carriera così, ma fa parte
del fascino di chi
“vive la propria vita 8 secondi alla volta”. A loro Chloé Zhao dedica
il suo film, mentre a Brady noi spettatori ci affezioniamo sempre di più.
Dietro alla maschera dura si
nasconde un giovane premuroso e pieno di amore per il suo “fratello
maggiore” Lane, grande specialista del rodeo in riabilitazione dopo una
cavalcata meno fortunata.
Il film è interpretato da
Brady stesso, racconta la sua storia che ha subito colpito la Zhao, insieme
alla sua famiglia e ai suoi amici della riserva di Pine Ridge. Tutti attori non
professionisti per un piccolo
gioiello che seduce per l’umanità di una toccante parabola
sulla difficoltà di un mondo antico come quello dei cowboy nel sopravvivere
oggi. Un mondo in cui le sfumature sostituiscono le certezze granitiche,
delineando un
ritratto ruvido, onesto e struggente di uno dei tanti angoli nascosti
dell’America, uno di quelli in cui il suo immaginario è nato e si è sviluppato.