04 febbraio 2020 LE INVISIBILI
METTI UNA SERA AL CINEMA 31
LE INVISIBILI
Le invisibili
Regista: Louis-Julien Petit
Genere: Commedia
Anno: 2019
Paese: Francia
Durata: 102 min
Data
di uscita: 18 aprile 2019
Distribuzione: Teodora Film Sceneggiatura:
Louis-Julien
Petit
Fotografia: David
Chambille
Montaggio: Antoine
Vareille, Nathan
Delannoy
Musiche: Laurent Perez
del Mar
Produzione: Elemiah, Apollo Films, France 3 Cinéma
A tu per tu con le clochard parigine: recitano, sì, ma le
loro storie sono vere. In un film che scava dentro la solitudine femminile con
ironia e leggerezza
Sono trasparenti per la società. Anche se
puzzano, si muovono per la città con le mani occupate da pacchi trasbordanti. O
sono assassine o portano il velo come la loro religione propone, impone.
Sono senza tetto e senza famiglia, e si
presentano ogni giorno, pochi minuti prima delle otto del mattino all’Envol, un
centro diurno parigino per donne clochard, dove recuperano la dignità
giornaliera nella cura personale. Ma non solo. Non vogliono dormire in un
centro notturno, freddo e accogliente come un hotel. Non cercano quello.
Cercano altro nella vita. Una stabilità affettiva e donne disposte a sopportare
con loro le conseguenze della loro invisibilità.
Per gli altri, il Comune parigino ad
esempio, sono un peso “economico” e lo sono soprattutto per la polizia che,
eseguendo ordini di sicurezza, sgombera le tende di notte, distrugge baracche e
posiziona blocchi che impediscono di dormire sulle panchine cittadine o sulla
striscia di terra che separa le vetrine del negozio dalla strada.
Tratto da Sur la route de las invisibles, scritto
da Claire Lajeunie, (che ha girato anche il documentario Femmes
Invisibles – Survivre à la rue), il film di Petit è una commedia
agrodolce che scava dentro la solitudine femminile con ironia e leggerezza.
La forma è finzionale, ma il materiale
filmico è reale: tutte le clochard (tranne l’attrice Sarah Suco) non sono
professioniste del set, ma sono senza tetto che il regista ha voluto conoscere,
incontrare per un anno frequentando diversi centri francesi.
Recitano, ma le loro storie sono vere. Come
lo sono le esistenze, anche se trasformate in personaggi, delle dirigenti
(Audrey Lamy, Corinne Masiero, Brigitte Sy e Noémie Lvovsky) che guidano
l’istituto diurno, e che nella solidarietà hanno costruito la loro esistenza.
Eppure non è un film sul disagio, sulla
povertà. Anzi. Forse ci si sarebbe aspettato più coraggio scenico, senza dover
necessariamente abbandonare la chiave comica, nel mostrare la trascuratezza,
l’indigenza, la carenza dei mezzi materiali.
La sceneggiatura punta le sue carte migliori
sui bisogni interiori e esteriori di chi, dentro il centro diurno, con o senza
casa, è sopraffatto dalla solitudine relazionale.
Le invisibili, poi,
non è un film di regia. La macchina da presa si muove con linearità e
neutralità; è totalmente al servizio dei personaggi. Entra dentro l’interiorità
femminile di chi, bloccato dalle regole del mondo esterno, ha competenze, ha un
passato professionale e non ha il coraggio di costruire un futuro diverso.
È un film ricco di sfumature psicologiche,
in cui le donne sanno identificare, senza moralismi, le condizioni precarie di
chi è vittima e di chi fa del vittimismo la sua lotta.
E anche se si ride e sorride, quei volti e
quelle esistenze raccontano quanto sia irrespirabile una vita di umiliazioni
subite e di verità dure da ascoltare. Emanuela
Genovese
Il bene è una via lastricata talvolta di comportamenti non proprio
ortodossi, se non proprio oltre i limiti della legge. Sempre a fin di bene, si
intende. Come dimostra questa commedia dolce amara
francese, fra risate spontanee e sincera commozione, capace di unire
tematiche sociali con un’ironia di fondo, come sa fare così bene Ken Loach. Se
il comune decide di chiudere un ricovero per donna senza tetto, cosa fare di
meglio, nelle ultime settimane rimaste, se non provare con ogni mezzo a
reinserirle, queste donne, senza lasciarle abbandonate a causa di una decisione
politica sciagurata. Ci mettono tanto cuore, le
protagoniste del feel good movie Le invisibili. Ma chi sono? Partiamo da
Audrey Lamy, sorella minore della più nota
Alexandra, nata a teatro, comica in televisione e al cinema, soprattutto come
non protagonista. Ha recitato in Paris di Cédric Klapisch. Il suo anno d'oro è
stato il 2011, quando è stata nominata sia ai César che ai Molières del teatro.
Insieme a lei Noémie Lvovsky, regista,
sceneggiatrice (anche per la nostra Valeria Bruni Tedeschi) e attrice molto
attiva. Ormai è una caratterista di professione, considerate le cinque
candidature ai César come non protagonista in dieci anni.
Il regista del film è Louis-Julien Petit, alle spalle oltre trenta film come aiuto regista per autori come Luc Besson. Le invisibili è il suo terzo film. L'ispirazione è venuto dal libro di Claire Lajeunie dal titolo Sur la route des Invisibles, scritto a complemento di un documentario realizzato cinque anni fa per France 5, Femmes invisibile (Donne invisibili), sopravvivere sulla strada. Petti ha incontrato per più di un anno delle donne senza fissa dimora, in differenti centri d’accoglienza in tutta la Francia, conoscendo il mestiere (soprattutto femminile) di operatore sociale. Ha preteso che anche le sue attrici facessero conoscenza diretto del lavoro nei centri accoglienza. Nonostante il tema, Louis-Julien Petit ha sempre avuto voglia di fare un film solare, divertente, con in mente film britannici come The Full Monty, o My Beautiful Laundrette. A parte due casi, ha voluto attrici non professioniste per incarnare le senza fissa dimora, donne che avessero conosciuto la strada uscendone, o che vivessero in un centro d'accoglienza. Il primo giorno di riprese, con sconcerto di Audrey Lamy e altre professioniste, il regista ha preteso di stracciare i dialoghi scritti nel copione e di improvvisare, alla ricerca della verità. Il film ha avuto una proiezione molto particolare, il 17 febbraio 2019, al palazzo dell'Eliseo, davanti a una quarantina di persone, tra cui il Presidente della repubblica Macron e la moglie Brigitte. Uscito nelle sale francesi il 9 gennaio 2019, Le invisibili ha superato il milione di spettatori, davvero un ottimo risultato.
Il regista del film è Louis-Julien Petit, alle spalle oltre trenta film come aiuto regista per autori come Luc Besson. Le invisibili è il suo terzo film. L'ispirazione è venuto dal libro di Claire Lajeunie dal titolo Sur la route des Invisibles, scritto a complemento di un documentario realizzato cinque anni fa per France 5, Femmes invisibile (Donne invisibili), sopravvivere sulla strada. Petti ha incontrato per più di un anno delle donne senza fissa dimora, in differenti centri d’accoglienza in tutta la Francia, conoscendo il mestiere (soprattutto femminile) di operatore sociale. Ha preteso che anche le sue attrici facessero conoscenza diretto del lavoro nei centri accoglienza. Nonostante il tema, Louis-Julien Petit ha sempre avuto voglia di fare un film solare, divertente, con in mente film britannici come The Full Monty, o My Beautiful Laundrette. A parte due casi, ha voluto attrici non professioniste per incarnare le senza fissa dimora, donne che avessero conosciuto la strada uscendone, o che vivessero in un centro d'accoglienza. Il primo giorno di riprese, con sconcerto di Audrey Lamy e altre professioniste, il regista ha preteso di stracciare i dialoghi scritti nel copione e di improvvisare, alla ricerca della verità. Il film ha avuto una proiezione molto particolare, il 17 febbraio 2019, al palazzo dell'Eliseo, davanti a una quarantina di persone, tra cui il Presidente della repubblica Macron e la moglie Brigitte. Uscito nelle sale francesi il 9 gennaio 2019, Le invisibili ha superato il milione di spettatori, davvero un ottimo risultato.