17 marzo 2020 CAFARNAO
METTI UNA SERA AL CINEMA 31
CAFARNAO
Cafarnao
- Caos e miracoli Capharnaüm LIBANO,
FRANCIA, USA - 2018 Regia: Nadine Labaki Attori: Zain Al Rafeea- Zain, Yordanos Shiferaw- Rahil, Boluwatife
Treasure Bankole- Yonas, Kawthar Al Haddad- Souad, Fadi Kamel Youssef- Selim, Haita Izam- Sahar, Alaa Chouchnieh- Aspro, Nadine Labaki - Nadine, avvocato di Zain
Sceneggiatura: Nadine Labaki, Jihad Hojeily, Michelle Kesrouani, Georges Khabbaz - (collaborazione)
Fotografia: Christopher Aoun Musiche: Khaled Mouzanar Montaggio: Konstantin Bock Scenografia: Hussein Baydoun Costumi: Zeina Saab
Demelero Suono: Chadi Roukoz, EmmanuelDurata: 123' Genere: DRAMMATICO Produzione: MICHEL MERKT, KHALED MOUZANAR PER BOO
PICTURES, MOOZ FILMS Distribuzione: LUCKY RED (2019)
Zain ha dodici anni, ha una
famiglia numerosa e dal suo sguardo trapela il dramma vissuto da un intero Paese.
Siamo a Beirut, nei quartieri più disagiati della città. Zaid non ha però perso
la speranza ed è pronto a ribellarsi al sistema, portando in tribunale i suoi
stessi genitori...
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REALIZZATO IN ASSOCIAZIONE CON CEDRUS INVEST BANK SAL. CON LA PARTECIPAZIONE
DI: SUNNYLAND FILM CYPRUS LTD MEMBER OF ART GROUP. IN ASSOCIAZIONE CON: DOHA
FILM INSTITUTE, KNM FILMS BOO FILMS THE BRIDGE PRODUCTION SYNCHRONICITY
PRODUCTION LOUVERTURE FILMS OPEN CITY FILMS LES FILMS DES TOURNELLES
- PREMIO DELLA GIURIA E PREMIO MIGLIOR FILM DELLA GIURIA ECUMENICA FRIPRESCI AL
71. FESTIVAL DI CANNES
(2018).
- EVENTO SPECIALE ALLA XVI EDIZIONE DI 'ALICE NELLA CITTÀ' (2018), SEZIONE
AUTONOMA E PARALLELA DELLA FESTA DEL CINEMA DI ROMA.
- CANDIDATO AI GOLDEN GLOBES 2019 COME MIGLIOR FILM STRANIERO.
- CANDIDATO ALL'OSCAR 2019 COME: MIGLIOR FILM STRANIERO.
"(...) Piacerà
perché la regista Labaki (finora conosciuta solo dal pubblico dei festival) qui
di dimostra la più talentuosa direttrice espressa dal nord Africa. L'odissea del piccolo Zain è
messa in cinema col respiro di un romanzo di Dickens e il rovello di un autore
civile che senza buonismi, senza correttezza politica, va a fondo nel lato
oscuro dell'immigrazione." (Giorgio Carbone, 'Libero', 11 aprile 2019)
"Creata negli anni Ottanta per definire il fenomeno dello sfruttamento
mediatico dei più disagiati, l'espressione 'Poverty Porn' è a volte applicata
con eccessivo moralismo. Vedi nel 2008 il caso del film
(8 Oscar) 'The Millionaire', da alcuni demonizzato per aver offerto l'immagine
di un' India miserevole a uso del gusto esotico - pauperistico del pubblico
occidentale; e vedi ora il caso di 'Cafarnao', bollato da svariati critici come
retorico e ricattatorio. Il facile sensazionalismo in auge nella nostra epoca
giustifica tanta diffidenza, tuttavia a noi non sembra che la povera Nadine
Labaki abbia speso sei mesi di lavorazione fra slum e tendopoli al semplice
scopo di ingraziarsi spettatori e giurie dei festival. Come già si evinceva
dalla commedia d'esordio 'Caramel', il cinema della attrice/regista libanese
non vanta certo potenza di stile: è piuttosto un cinema che punta al cuore, e
'Cafarnao' (significa «luogo di gran confusione», dal nome di una movimentata
cittadina della Galilea dove soggiornò Gesù) è giocato proprio su questo
registro di calore umano. Si parte sullo spunto (in effetti (...) Ritagliandosi
un ruolo-cammeo di avvocato, Labaki guida con sensibilità un cast di non
attori, a cominciare dall'incantevole protagonista, che è davvero uno dei
milioni di affamati e abusati, privi di identità e istruzione di quel cafarnao
che è il mondo attuale. Che un film gli dia voce provando a scuotere le nostre
intorpidite coscienze è davvero riprovevole?" (Alessandra Levantesi
Kezich, 'La Stampa', 11 aprile 2019)
"Il Libano è anche di cultura francese, così Nadine Labaki, già furba
regista di 'Caramel', s'ispira vagamente a 'Senza famiglia' di Hector Malot e
trasferisce la condizione infantile più desolata dalla Parigi dell'800 alla
Beirut del 2017. Lo stratagemma 'Cafarnao' nel senso di caos, parola che in
Italia è entrata nel sottotitolo ha avuto il premio della giuria al Festival di
Cannes nel 2018 (...) Uno stratagemma: se il film, discretamente ricattatorio,
si regge, è per la serietà di ogni bambino quando recita, prendendolo per un
gioco." (Maurizio Cabona, 'Il Messaggero', 11 aprile 2019)
"(...) Dove sta andando la critica cinematografica italiana? La domanda
non è così superficiale come potrebbe apparire. Il perché è presto detto e ben
si adatta a questo 'Cafarnao', diretto e interpretato da Nadine Labaki. In
pratica, ci si dovrebbe chiedere sulla base di cosa andrebbe giudicato un film.
Quando, a commento di una pellicola, si leggono argomenti come «il ricatto
dell'infanzia», «bambini usati come grimaldello emotivo», «troppo spesso mirato
a ricercare la commozione meccanica», «con quale onestà Nadine Labaki ha deciso
di metterla in scena?» «un film che ricatta fino alle lacrime», un povero
spettatore cosa dovrebbe pensare? Un po' come 'Noi', l'ultima pellicola di Jordan
Peele, osannata dalla stessa critica come horror politico. Dove ognuno ha dato
la propria interpretazione di questo significato recondito «politico», talmente
palese che non si trovano due spiegazioni che siano simili. Ognuno fa la
propria disquisizione e pazienza se il film sia, ai più, incomprensibile. E
allora, 'Cafarnao' viene bacchettato non perché visivamente sia un brutto film,
o mal recitato, ma per il fatto che ci siano come protagonisti dei bambini e,
quindi, la lacrima diventa più facile. Con questa logica, «Marcellino pane e
vino» e «Wonder» cosa dovrebbero essere? Delle pellicole eversive? Cosa avrà
girato mai, allora, la Labaki, già ammirata in pellicole come 'Caramel', per
meritarsi gli strali? (...) L'uso della camera a mano, il montaggio, la bravura
del giovane interprete Zain Alrafeea, sono valsi al film la candidatura nella
cinquina degli Oscar. Alla faccia del ricatto." (Maurizio Acerbi, 'Il
Giornale', 11 aprile 2019)