17 dicembre 2019 TORNA A CASA JIMI
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TORNA A CASA JIMI
Torna a casa,
Jimi!
( Smuggling Hendrix )
Regista: Marios Piperides
Genere: Commedia, Drammatico
Anno: 2019
Paese: Cipro
Durata: 93 min
Data di uscita: 18 aprile 2019
Distribuzione: Tucker Film
Torna a casa, Jimi! è un film di genere commedia, drammatico del
2019, diretto da Marios Piperides, con Adam Bousdoukos e Fatih Al. Uscita al
cinema il 18 aprile 2019. Durata 93 minuti. Distribuito da Tucker Film.
TRAMA
TORNA A CASA, JIMI!:
Torna a casa, Jimi!, il film diretto da Marios Piperides, è ambientato a
Nicosia, Cipro, l'ultima capitale spaccata in due del pianeta. Secondo la
legge, nessun animale, pianta o prodotto può essere trasferito dal settore
greco di Cipro a quello turco. E viceversa. Così, quando il cane Jimi
Hendrix attraversa accidentalmente la zona cuscinetto dell’ONU, il suo
padrone rocchettaro Yiannis (Adam
Bousdoukos), in procinto di lasciare l’isola per cercare fortuna altrove, deve invece
fermarsi, facendo di tutto per riportarlo indietro. E “fare di tutto” significa
una cosa sola, violare la legge, perché il povero Jimi è diventato
automaticamente merce di contrabbando! La spericolata alleanza tra il greco
Yiannis e il turco Hasan deciderà le sorti della partita. Fughe rocambolesche e
vite stravaganti si incrociano in una commedia sull’assurdità dei confini e
sulla possibilità di abbatterli grazie a un sincero incontro con l'altro.
Yannis è un musicista
fallito che vive a Nicosia, capitale di Cipro, una città divisa a metà. In
arretrato con l'affitto, lasciato dalla fidanzata che ancora ama e in debito
con gente poco raccomandabile, ha organizzato di lì a tre giorni una fuga in
Olanda. A mandare all'aria i suoi piani ci si mette però il suo delizioso
bastardino, Jimi (in omaggio a Hendrix), che pensa bene di sfuggirgli e
attraversare il confine. Andarlo a riprendere è un attimo: il problema è
riportarlo a casa, visto che le leggi impediscono di “importare” cibo, piante e
animali da una parte all'altra. Yannis decide così di contrabbandare il suo
cane, chiedendo aiuto a due improbabili e casuali complici: un turco
“occupante” che vive nella casa che era dei suoi genitori, e un losco individuo
che ha a cuore solo i suoi interessi. Alla fine riuscirà anche a coinvolgere
l'incolpevole ex, come lui affezionata al vivacissimo Jimi.
Quando si parla di
confini, oggi, si pensa subito a situazioni drammatiche, a muri e a paesi a noi
lontani come Messico e Stati Uniti, non certo a zone geograficamente così
vicine come l'isola di Cipro nel Mediterraneo. Eppure, dal 1974, dopo
l'invasione turca che spinse a sud i greco-ciprioti, questo luogo bellissimo e
così denso di storia è diviso in due parti: a nord il dominio turco, al di
sotto la Repubblica di Cipro, con settori militari controllati dalla Gran
Bretagna, mentre l'Onu fa da guardia alla zona cuscinetto tra le due
repubbliche. Dal primo maggio 2004 l'isola è entrata a far parte dell'Unione
Europea e le cose per certi versi sono migliorate, anche se la divisione resta.
Una situazione assurda e paradossale, uno status quo che non fa, evidentemente,
nemmeno più notizia.
A riportarla al centro
dell'attenzione è Torna
a casa, Jimi!, opera prima del regista greco-cipriota Marios Piperides,
una commedia
intelligente, garbata e con un buon ritmo che senza
predicozzi e grandi ambizioni riesce nell'intento di unire divertimento e
riflessione, aprendoci oltretutto una benvenuta finestra su location che non
siamo soliti vedere al cinema e che diventano uno dei punti di forza del film.
Le zone di confine che Jimi attraversa liberamente e Yannis non può
oltrepassare senza documenti sembrano uscite da un vecchio film del dopoguerra
ed evocano Paesi divisi da muri abbattuti o in costruzione: case diroccate,
edifici disabitati, pattuglie di soldati che si parlano da una parte dall'altra
in diversi dialetti e un'impressione di abbandono e distrazione che è in realtà
solo apparente.
Il confine è un'anomalia, una terra di nessuno che non ha ragione
di esistere e separa arbitrariamente esseri umani che – se
avessero occasione di conoscersi, come accade nel film – probabilmente
litigherebbero, ma alla fine scoprirebbero di avere parecchio in comune.
Aiutati da una sceneggiatura ben calibrata e credibile, gli attori la
arricchiscono con performance molto naturali, a partire dal protagonista Adam Bousdoukos, che ricordiamo in Soul Kitchen, e che ha
la simpatia, la fisicità e anche a tratti l'arroganza di uno che non ha più
nulla in cui sperare e che si è lasciato andare, ma è costretto a rendersi
conto che c'è chi sta peggio di lui. A dargli man forte sono due interpreti
turchi per noi sconosciuti ma entrambi bravissimi: Fatih Al, che interpreta
“l'usurpatore”, il "nemico" che vive nella casa che un tempo era
della famiglia di Yannis e Ozgur
Karadeniz nei panni di Tuberk, irresistibile
trafficante.
Il resto lo fa il
cagnolino, unico essere vivente libero come l'aria che se ne frega dei confini,
dei pericoli, degli amori finiti, dei rimpianti e delle liti tra esseri umani,
e la cui sconfinata spensieratezza
rende ancor più assurda, per contrasto, l'incapacità dei suoi padroni di
godersi quello che hanno, in pace con gli altri e senza farsi del male a
vicenda. Tra le molte gag visive e verbali di cui il film è disseminato
(come l'onnipresenza della bandiera turca agli occhi di Yannis o la discussione
su Ralph Macchio di Karate Kid), ci ha colpito che il negozio di biancheria
intima sotto casa del protagonista si chiami, ironicamente, No Borders, una
dichiarazione d'intenti che ci induce a chiederci se davvero siamo capaci di
spogliarci di tutte le nostre sovrastrutture per comprendere che l'unica cosa
per cui vale la pena lottare è la libertà di essere quello che vogliamo e di
vivere in pace.