28 aprile 2020 THE MULE IL CORRIERE
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THE MULE IL CORRIERE
The Mule
( The Mule )
Regista: Clint Eastwood
Genere: Drammatico
Anno: 2019
Paese: USA
Durata: 116 min
Data di uscita: 07 febbraio 2019
Distribuzione: Warner Bros. Pictures
Il Corriere - The Mule è un film di genere drammatico del 2019, diretto
da Clint Eastwood, con Clint Eastwood e Bradley Cooper. Uscita al cinema il 07
febbraio 2019. Durata 116 minuti. Distribuito da Warner Bros. Pictures.
Malpaso
TRAMA IL CORRIERE
- THE MULE:
Il Corriere - The Mule, il film diretto da Clint
Eastwood, vede protagonista l'ottantenne Earl Stone (Eastwood).
Costretto a chiudere la sua attività imprenditoriale, Stone si ritrova solo e
senza soldi. La sua unica possibilità di salvezza sembra legata a un lavoro che
gli viene offerto, un lavoro per il quale è richiesta unicamente l'abilità di
guidare una macchina.
Il compito sembra dei più semplice, ma, a sua insaputa, Earl è appena diventato
il corriere della droga di un cartello messicano.
Earl è molto bravo nel suo nuovo lavoro, talmente bravo che il volume di carico
che trasporta aumenta sempre più, tanto che alla fine gli viene dato un assistente (Ignacio
Serricchio), che ha il compito di aiutarlo ma anche di controllarlo.
Questi non è però l'unico a tenere d'occhio Earl: anche l'efficiente agente
anti-droga della DEA Colin Bates (Bradley
Cooper) tiene al centro del suo radar questo misterioso e anziano nuovo
"mulo" della droga.
E anche se i problemi economici di Earl appartengono ormai al passato, gli
errori commessi affiorano, portandolo a chiedersi se riuscirà a porvi rimedio
prima che venga acciuffato dalla legge o, peggio ancora, da qualcuno del
cartello stesso.
Nel film Laurence
Fishburne e Michael
Peña interpretano altri due agenti della DEA, mentre Dianne Wiest, Alison
Eastwood e Taissa Farmiga sono
rispettivamente l'ex moglie di Earl, sua figlia e sua nipote.
PANORAMICA SU
IL CORRIERE - THE MULE:
Con Il corriere - The Mule, una delle ultime leggende di
Hollywood, Clint Eastwood (che quest'anno compie 89 anni)
torna davanti alla macchina da presa a sette anni dalla sua ultima prova
d'attore (quella di Di nuovo in gioco, nel 2012) e a dirigere sé stesso
a undici dal bellissimo Gran Torino, del 2009. La storia che
ha fatto tornare al vecchio Clint la voglia d'impegnarsi in questo modo è
quella - vera e qui ovviamente romanzata dallo sceneggiatore
del film, Nick Schenk - che venne resa celebre dal giornalista del New York
Times Sam Dolnick in un articolo del 2014 intitolato "The Sinaloa Cartel's
90-Year-Old Drug Mule". Il pezzo raccontava la vicenda di Leo
Sharp, un 87enne veterano della II Guerra Mondiale fermato e arrestato nel 2011
dalla DEA per traffico di droga. Sharp era stato avvicinato da alcuni
lavoratori messicani quando ebbe difficoltà economiche con la sua azienda di
orticultura che non riusciva a superare, e fu per dieci anni, fino al momento
dell'arresto, uno dei migliori corrieri che il cartello di Sinaloa ebbe a
disposizione, diventando una specie di leggenda. Dopo il processo, durante il
quale la difesa chiese le attenuanti per una presunta demenza senile
dell'imputato, Sharp fu condannato a tre anni di reclusione, ma ne scontò solo
uno prima di essere rilasciato per motivi di salute. Morì per cause naturali
nel dicembre del 2016 all'età di 92 anni. A interpretare il ruolo della
figlia di Earl Stone (il nome del personaggio ispirato a Sharp) qui
c'è Allison Eastwood, la vera figlia di Clint, che per la
quarta volta lavora col padre, mentre è la seconda per Bradley Cooper,
protagonista di American Sniper, cui Eastwood ha ceduto la regia di A Star is
Born.
Clint Eastwood ha 88 anni. Il 31 maggio prossimo ne compirà
89. Non lo vedevamo al cinema da un po’, e quegli anni in più che ha addosso si
vedono tutti.
È ancora più segaligno, un po’ più ingobbito, i movimenti sono più lenti e il
ringhio del suo parlare è diventato più morbido, strascicato. Anche i suoi occhi,
e il suo cinema, possono apparire velati: sono capaci, però, della stessa
scintilla di sempre, sia nella rabbia che nel dolore.
Quella di Leo Sharp, che in Il
corriere - The Mule è diventato Earl
Stone (un nome da duro, un nome quasi western) era una
storia che sembrava fatta apposta per il cinema di Eastwood, che da decenni
ci ha abituato al racconto di eroi crepuscolari, disassati rispetto ai tempi
che stanno vivendo, spesso sconfitti o destinati alla sconfitta, i cui
sentimenti purissimi emergono miracolosi e pungenti come cactus nel deserto
arido dei loro errori e delle loro solitudini.
Nel personaggio di Earl
Stone, il vecchio Clint mette
tutto sé stesso, e tutto il suo cinema, raccontandolo come un simpatico figlio
di puttana che ha messo per tutta la vita il suo lavoro (e le convention, e i
viaggi, e la vita salottiera) davanti alla sua famiglia, e che ne ha pagato
caro il prezzo; di un anziano forse un po’ senile, per il quale “internet
rovina tutto”, e tutti quelli più giovani di lui sprecano la loro esistenza
curvi sui loro smartphone, e che si fa bello della sua scorrettezza politica,
nei gesti e nel linguaggio.
Certa semplicità di
sceneggiatura, in questo film, non è solo essenzialità classica, linearità di
racconto, ma forse anche un po’ di faciloneria. E certi aspetti del personaggio
di Earl, fin troppo insistiti - come il suo abbaiare contro la modernità, o la
sua mancanza di filtri - iniziano a suonare quasi come una caricatura,
più o meno volontaria, di quella stessa icona eastwoodiana che lo sostiene e lo
muove, e gli regala gravitas e dignità. Smitizzandola per portarla avanti.
Non siamo più, allora, dalle parti di Gran Torino.
Si potrebbe quasi dire che nel passaggio dallo storico coupé di quel film, al
mastodontico e accessoriatissimo pick up Lincoln Mark LT (col quale peraltro
Earl sostituire un vecchio Ford F-100, grazie aii soldi derivati dal traffico
di droga), c’è tutto quello che serve capire sugli ultimi dieci anni di cinema
di Eastwood.
Eppure, anche nella sua
forzata rielaborazione del grande mito americano del viaggio on the road, anche
nel modo un po’ dissennato con cui il copione, a un certo punto, si dimentica
completamente delle motivazioni di Earl per assecondarne e ricalcarne le soste
erratiche e le bizzarrie, Il
corriere e Eastwood riescono
a far balenare la scintilla; a colpire nel segno con precisione e profondità,
quando Clint mette Earl alle strette e di fronte al peso delle sue scelte.
Perché Clint Eastwood ha
88 anni, e a 88 anni - ma in fondo anche prima, molto prima - è giusto che la
tua ossessione sia il tempo, quello passato e quello che ti resta, e quello del
momento che vivi e che vuoi goderti.
Il tempo, quell’unica cosa che Earl
Stone, e nessuno di noi, ha mai potuto comprare, e che è il
vero lusso dei nostri tempi fatti - anche - di internet e cellulari.